Il “Tufo va intonacato” facciamo chiarezza…

Purtroppo alle soglie del 2026, siamo ancora costretti a sentire che, le case realizzate o rivestite in “tufo” per essere impermeabilizzate devono essere intonacate! Premesso che l’intonaco di base, non è un sistema impermeabilizzante bensì solo una finitura dell’involucro edile (eccezion fatta solo per pochi tipi di intonaco), vediamo di seguito nello specifico come va trattato il tufo.

Silicati: La scienza dietro la protezione del “tufo”

Spesso si sente discutere in modo superficiale sulla protezione dei materiali lapidei porosi come il tufo. La verità è che non esistono soluzioni “a pioggia”, ma trattamenti specifici che agiscono in profondità, sfruttando la chimica dei materiali.
Due sono gli approcci fondamentali e scientificamente validi basati sull’uso dei silicati, e la loro scelta dipende dall’obiettivo finale: ‘Conservazione trasparente o Finitura protettiva colorata.’

1. Il consolidamento trasparente: preservare la natura della pietra

Quando l’obiettivo è consolidare e proteggere una parete in tufo, carparo o pietra a vista, mantenendone intatto l’aspetto originale, l’intervento corretto è l’applicazione di una soluzione di silicati a saturazione. Questo non è un semplice “impermeabilizzante”, ma un vero e proprio trattamento consolidante.
Il meccanismo è il seguente: la soluzione a base di silicati di potassio o sodio penetra capillarmente nel materiale. Qui, i silicati reagiscono con gli idrossidi di calcio e i minerali presenti nella roccia, innescando un processo di cristallizzazione. La reazione porta alla formazione di un gel di silice che solidifica, riempiendo parzialmente i pori e creando un legame chimico permanente con la matrice lapidea.

Il risultato è un duplice effetto:

• Consolidamento strutturale: Il materiale poroso viene rinforzato dall’interno, riducendo lo sfaldamento e l’erosione.

• Idrorepellenza: Le microstrutture porose si restringono, bloccando l’ingresso dell’acqua liquida pur mantenendo una totale traspirabilità al vapore.
Questa soluzione è l’ideale per i restauri conservativi e per la protezione di facciate storiche.


2. La finitura protettiva: il ruolo delle pitture ai silicati

Se invece l’esigenza è quella di una finitura colorata, mantenendo le eccezionali proprietà di traspirabilità, la soluzione è l’applicazione di una pittura ai silicati di alta qualità.
Queste pitture non formano un film plastico superficiale, ma creano un legame chimico indelebile con il substrato minerale, un processo chiamato silicatizzazione. La reazione chimica cementa il pigmento e il legante alla parete, garantendo una protezione duratura che non si sfalda, non si crepa e non sbiadisce.

Oltre a offrire una finitura estetica, le pitture ai silicati di qualità offrono:

• Elevata idrorepellenza: Proteggono la parete dalla pioggia battente, facendo scivolare via l’acqua.

• Massima traspirabilità: Permettono al vapore acqueo di uscire liberamente dalla muratura, prevenendo i danni causati dall’umidità interna.

• Naturale resistenza biologica: L’elevata alcalinità del prodotto crea un ambiente ostile alla crescita di muffe e alghe.

In conclusione, sia che si opti per un consolidamento trasparente o per una finitura colorata, la tecnologia dei silicati offre le soluzioni più avanzate e durature per la protezione dei materiali lapidei. La scelta consapevole tra le due opzioni è ciò che distingue un intervento superficiale da un lavoro a regola d’arte.

Per chi avesse ancora dubbi, allego anche una recensione di una cliente che sei anni fa si ritrova in balia dei tanti “esperti” di turno…

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